Se fai lo S. ti licenzio!, nominavano House e non ho resistito!

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rabb-it
view post Posted on 28/8/2007, 17:52




ho tentato una scansione di un articolo trovato giorni fa nell'inserto del corriere della sera...

L'ho messo negli OT perché House è nominato solo di striscio!

Prima pagina



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Non fare lo S. o ti licenzio

Scusate se usiamo la parola “Str***o”: ma un guru aziendale ne ha fatto l’oggetto di un dotto manuale, subito diventato un successone. Qui spiega come riconoscere il nemico. E abbatterlo.

Di Anna Maria Speroni- Illustrazioni di Adelchi Galloni

La prima domanda la fa lui:
“Scusi come hanno tradotto il titolo del mio libro in italiano?”
In modo molto letterale, direi.
“Ah, per fortuna. Pensi che in alcuni paesi non hanno avuto il coraggio di usare l’equivalente di assh@l@ in Spagna, poi. Hanno scelto “estupido”.”

In effetti suona tutta un'altra cosa. Perché assh@l@ vuol proprio dire Str@nz@ e The no Assh@le rule non si poteva tradurre troppo diversamente da il metodo anti-str@nzi (sottotitolo “come eliminarli dall’ambiente di lavoro e non solo” in libreria dal 30 agosto)

Preferisco non confessare a Robert Sutton che su IO donna dovrò usare una misera “S” col puntino.
Docente di scienza dell’ingegneria gestionale all’università di Stanford, Stati Uniti, il suo metodo ha venduto oltre un milione di copie in patria ed è stato tradotto in 15 lingue.
Qualche azienda ha cominciato a metterlo in pratica per davvero.
Un successo giustificato non solo dall’ovvia universalità del tema(chi non ha mai incontrato uno S*** in vita sua?) ma anche dal taglio pratico del volumetto(con i suoi dieci passi per applicare il metodo, come ogni manuale americano che si rispetti) e dalla tesi che va a dimostrare che avere s. in ufficio non conviene.

Perché professor Sutton? Per quale ragione un azienda dovrebbe evitare gli s.?

Gliene dico una molto pratica: I soldi.
Qualunque sia il ruolo gli s. hanno un costo, e non solo umano. Le aziende cominciano a capire che senza gli s. fanno più soldi.



questa è la seconda pagina

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Ci spiega?
Gli s. abbattono il morale e le prestazioni delle loro vittime.
Chi può se ne va causando problemi di turn over; in chi resta aumentano depressione, ansia, stress, rabbia, insonnia, affaticamento.

È sicuro che un azienda sia interessata alla salute dei suoi dipendenti?
Lo stress di traduce in assenteismo, e diminuzione della performance in genere.
Le energie che dovrebbero essere dedicate al lavoro sono usate per guardarsi le spalle, per evitare le colpe e umiliazioni.
Ci si punta il dito contro anziché risolvere un problema.
Non si ha ne il coraggio ne la voglia di esprimere le proprie idee.
E comunque se sono costretto a lavorare con un gruppo di s. di certo non mi faccio in quattro.

Lei ha individuato anche una nuova voce di spesa: il cts, ovvero il costo totale degli s. Come si calcola?

Le faccio un esempio: una società della Silicon Valley ha valutato il costo di uno dei suoi venditori più bravi, ma anche dei più s. in 160.000 dollari in un anno, la somma delle ore sprecate dal suo superiore per risolvere le liti che causava, quelle del direttore delle risorse umane per trovare e formare una nuova segretaria(l’altra se ne era andata perché non ne poteva più) i costi straordinari causati dalle richieste dello s. all’ultimo minuto.
Senza contare i danni fisici e psichici alle vittime.

Che fine ha fatto quel venditore?
Gli è stato detto che doveva cambiare atteggiamento. Lui ha minacciato di andarsene, poi è rimasto.

Quindi redimere gli s. si può?

Non sarei così ottimista. Di solito non cambiano. Se ce ne sono troppi meglio cambiare posto.

In Italia non è così semplice.

Capisco. Quando ci sono più lavoratori che lavoro le aziende si fanno meno problemi e tutto si complica. Ma un gruppo che tratta male i suoi dipendenti è comunque meno produttivo, meno creativo e, alla lunga, perdente.


Specchietto all'interno della seconda pagina

Il metodo in dieci mosse

1
Enunciate il metodo e mettetelo per iscritto, ma solo se siete in grado di applicarlo davvero.
Altrimenti vi farete la fama dell’ipocrita.
2
Gli s. assumeranno altri s.
Quindi non affidate loro la selezione del personale.
3
Liberatevi degli s. appena potete
4
Trattate gli S da incompetenti.
5
Il potere genera stronzaggine, concedetelo con attenzione.
6
Riducete il più possibile le differenze di rango. Avrete meno s. tra i piedi e una performance complessiva migliore.
7
Gestire i momenti non solo i processi, le politiche e i sistemi. Gestire meglio gli s. vuol dire concentrarsi sulle piccole cose quotidiane.
8
Mettete in pratica ed insegnate in confronto costruttivo.
Costruite una cultura aziendale in cui tutti sappiano quando discutere e quando smettere.
Insegnate ad ascoltare.
9
Adottate il metodo dello s. di rappresentanza.
Le persone tendono a seguire le regole più scrupolosamente in presenza di una o due mele maerce che danno il cattivo esempio.
10
In sintesi: unite a politiche di ampio respiro i piccoli gesti quotidiani, in un circolo virtuoso che concili le grandi politiche aziendali con le vita delle persone che lavorano insieme.




e questa è la parte in cui è nominato House!

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Lei che agli s. ha dedicato un libro intero può darcene una definizione sintetica?

Se dopo aver parlato con qualcuno ti senti privo di energie, demotivato, una nullità a disagio con te stesso, ecco quel qualcuno è certamente uno s. quello che insulta, si arrabbia, umilia, mette in ridicolo, ma anche che ti tratta come se fossi invisibile.

Come facciamo ad essere sicuri che il nostro malessere dipenda dagli altri? Forse a volte siamo noi a prendercela troppo.

In effetti bisogna tenere conto anche della sensibilità individuale. Ma se stiamo sempre male a causa della stessa persona e con altri no allora è molto probabile che la colpa non sia nostra.

Però lo ammetta: gli s. sono sempre gli altri.

Oh no, non è vero. Ci sono s. ben consapevoli di esserlo.
Credono che sia il solo modo per avere successo, che nessuno avrà il coraggio di sfidarli.
Detto questo ognuno di noi ha dentro di se un potenziale s.interno da tenere a bada: soprattutto quando si passa molto tempo tra molti s.veri, tende ad emergere anche nei migliori.
Comunque nel mio libro c’è un test per verificare il proprio livello di stronzaggine, in caso di incertezza aiuta a capire chi si il vero s.

Si può quantificare la presenza degli s. sui luoghi di lavoro?
Non in senso scientifico. Però credo che un buon indicatore sia il numero di chi si sente vittima, di chi si ammala, cerca un altro impiego. Secondo ricerche americane ed inglesi una persona su due nella vita lavorativa è stata vittima di uno s. almeno una volta. Nel corso di un anno una su cinque.

In quali settori sono più numerosi?
Sempre secondo ricerche anglosassoni, quello medico è uno dei peggiori. Anche nel mio blog ricevo molti interventi di infermiere tormentate dai dottori.


Giusto per capire: secondo lei doctor House è uno s.?

Certo che lo è.
Anzi incarna uno dei luoghi comuni da sfatare: se ottieni buoni risultati puoi permetterti di essere s.
Non è vero, sei stato solo fortunato se hai ottenuto quei risultati nonostante il tuo atteggiamento.

E nelle aziende da cosa dipende la percentuale di s.?Conta molto il fondatore, il capo, lo stile aziendale scelto.

Che differenza c’è sta le piccole e grandi aziende?
Ricevo segnalazioni da gruppi di tutte le dimensioni dalle piccole società di consulenza alle multinazionali.

Insomma i posti senza S non esistono?
Certo che esistono. Dove è stato adottato il mio metodo, i neo assunti firmano nel contratto una vera a propria clausola: mi impegno a non essere s. E anche se in certi posti si aspettano che tu lo sia, in altri se se lo sei non ti vogliono, per quanto tu sia bravo. Sono tra le aziende più produttive e civilizzate del pianeta.

Me ne dica una.
Google, per esempio. È un caso interessante perché è stata un azienda no-asshole fin dall’inizio,
il loro motto è “Dont’ be evil” vietato comportarsi male: ritengono che fare lo s. sia inefficente.

Crede che il numero degli s. sia aumentato negli ultimi anni?
No piuttosto sono aumentate le ricerche sui loro costi.
L’attenzione al problema. Si comincia a capire che un azienda no assh*** è più creativa.
Ricevo e-mail di responsabili del personale che mi raccontano di aver licenziato dirigenti dirigenti troppo s. e in alcune assunzioni adesso la capacità di trattare bene la gente è un requisito fondamentale.
A volte spero di trovarmi di fronte alla nascita di un movimento bo-ass***, ma chissà.


Nel suo libro lei si riferisce a s. facilmente individuabili. Il tipico s. italiano invece, in genere, non è così ingenuo. Non si espone. Il metodo Sutton vale anche con questa tipologia?

Intende lo s. strategico?
In effetti con lui è più difficile, anche perché spesso ha buone capacità relazione.
Ci vuole tempo per rendersi conto della sua vera natura, ma dopo averlo individuato, il metodo si può applicare anche a lui.

Ha mai pensato che comportarsi da s. potrebbe essere una via per la felicità?
Se ce ne sono così tanti ci sarà in perché.

Se c’è, non è questo.
Non credo proprio che vivere facendo del male agli altri possa renderti felice.


Ho ricopiato l'articolo per intero senza miei commenti, quelli li farò poi!


:Azzurro06:



:Cactus02:

Edited by rabb-it - 2/9/2007, 18:04
 
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gregorylover
view post Posted on 2/9/2007, 09:38




ehm..come posso fare a leggere l articolo??
è talmente in piccolo.....

di che parla?

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rabb-it
view post Posted on 9/9/2007, 15:05




Rimango in questo topic per un pezzo diverso, ma simile.


L'argomento è sempre il lavoro.

Il rientro dalle ferie.

era sul corriere della sera online



Tutti i trucchi, dalla posizione del monitor all'arredo dei luoghi di lavoro Stress da ufficio? Dieci consigli per superarlo I suggerimenti del Times per superare le angosce da ripresa lavorativa.


Lo stress da ufficio si può combattere. Il Times dice come.

LONDRA (Gran Bretagna)
Siete già stanchi di aver ricominciato a lavorare e contate i giorni che mancano alle vacanze di Natale? Consolatevi, siete in buona compagnia.
Ma per quanti non vogliono passare i prossimi mesi a fissare il calendario, il Times ha stilato un prontuario con “10-regole-10” per trasformare il vostro ufficio in un’oasi di iperattività e benessere e fare di ogni impiegato, un uomo (o donna) felice e in salute.

Non ci credete? Provare per credere.

1) RELAZIONI VIETATE - Evitate le relazioni in ufficio. Secondo gli esperti dell’Università dell’Iowa, il 62% degli uomini sposati e il 46% delle donne sposate ha incontrato l’amante in ufficio. Ma è quando la storia finisce che l’atmosfera lavorativa ne risente, con un aumento del 16% dei livelli di depressione. Da qui, la scelta di molte compagnie di far firmare ai propri dipendenti i «love contracts», che li obbligano a rivelare qualunque relazione iniziata sul posto di lavoro.

2) A CASA PRESTO – Andate a casa presto. Gli scienziati dell’Università della California hanno trovato un nesso fra il numero delle ore lavorate e la pressione sanguigna. Stando ai risultati, chi lavora 40 ore settimanali aumenta del 14% il rischio di ipertensione, rispetto a quanti lavorano dalle 11 alle 39 ore. Superando la soglia delle 40 ore, invece, si arriva anche a un aumento del 29%.

3) ASCENSORE BANDITO – Fate le scale. Chi raggiunge l’ufficio evitando l’ascensore ha meno colesterolo, respira meglio, ha il cuore in salute e si mantiene in forma. Lo sostengono quelli dell’Università dell’Ulster, che per due mesi hanno testato un gruppo di persone, facendo loro salire fino a 199 scalini 5 volte al giorno: alla fine dell’esperimento, i sopravvissuti avevano aumentato del 17,1% la capacità di respirazione e ridotto del 7,7% il colesterolo.

4) OCCHIO AL MONITOR – Muovete lo schermo del computer. Piazzare il pc in una posizione sbagliata (troppo alto o troppo basso) causa mal di testa, stanchezza eccessiva, dolori al collo, alle spalle e alla schiena. Insomma, un tormento. Per gli esperti, la posizione ideale prevede che il bordo dello schermo sia all’altezza degli occhi.

5) PIANTE BENEFICHE – Comprate delle piante in vaso. A detta dei ricercatori del National Institute of Occupational Health di Oslo, le sempreverdi ridurrebbero il rischio di far seccare la gola e migliorerebbero la qualità della respirazione in generale. Non solo: farebbero anche sentire meno la fatica, sebbene gli studiosi non siano in grado di dare una spiegazione scientifica al fenomeno.

6) UN TAGLIO ALLE EMAIL – Razionate le email. E’ noto che un lavoratore su tre soffra di stress da email ed è stato anche provato che ci sono persone che controllano ossessivamente la loro posta 40 volte al minuto. Un comportamento che aggiunge pressione alla normale routine lavorativa e scatena ansia. Il consiglio? Spegnete i sistemi di instant messaging (tipo “Messenger”) e controllate la vostra casella di posta due volte al giorno.

7) EMOZIONI IN LIBERTA' – Tirate tutto fuori. Ovvero, date libero sfogo alle vostre emozioni e ai vostri sentimenti, perché tenerli sotto chiave provoca stress e danni al cuore.

8) UFFICIO DECORATO – Decorate il vostro ufficio. Il colore giusto e la luce azzeccata hanno effetti miracolosi sull’umore e riducono persino il mal di testa, con conseguente aumento della capacità produttiva. Stando ai ricercatori dell’Università del Texas, chi lavora circondato da bianco, verde e blu ottiene risultati migliori di chi opta per un ambiente dipinto di rosso.

9) SCRIVANIA STRATEGICA – Scegliete la vostra scrivania con giudizio. Agguantate subito il posto vicino alla finestra, ma lontano dalla stampante. La luce naturale sarà un toccasana per il vostro umore, mentre il ronzio della stampante avrebbe effetti devastanti sui vostri nervi, oltre che sull’inquinamento dell’aria dell’ufficio.

10) MEGLIO AUTONOMI – Considerate l’idea di mettervi in proprio. E’ un passo non da poco, siamo d’accordo. Ma chi trova il coraggio di “saltare il fosso” e di lavorare per conto proprio migliora nettamente il livello di soddisfazione generale e, al tempo stesso, diminuisce lo stress. La conferma in uno studio pubblicato l’anno scorso sul Journal of Occupational Health Psychology.
Simona Marchetti

08 settembre 2007


Il mio commento!

Ero quasi tentata di postarlo in barzellete.
Specie alcuni punti salienti.
Tipo lavorare poco è meno stancante che lavorare tanto.
Oppure che sia meglio essere autonomi.
Ditelo a chi non ha orari, perché sìììì le soddisfazioni, ma a volte le soddisfazioni dobbiamo trovarle noi, e non c'entra un piffero se si lavora per conto proprio o per conto terzi.
O tirare fuori tutto, certo come no... sì una liberazione, ma anche una bella lettera di licenziamento se il il tuo superiore ha magari letto l'articolo del primo post e decide che il tuo tirar fuori tutto sia da S.

che dite... era da post barzellete o no?

il guaio è che non mi fa ridere!

:Cactus02:

Edited by rabb-it - 11/9/2007, 16:56
 
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LaurieLo
view post Posted on 9/9/2007, 16:15





belle queste... ti scegli la scrivania, ti abbellisci il posto, ci metti le piante, e mi raccomando, lontano dalla stampante e non lavorate fino a tardi! Ah già, e poi mettetevi in proprio! Poi? na fetta di cul@?
 
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rabb-it
view post Posted on 17/9/2007, 17:58




giacché siamo in tema di parlare di lavoro...

attenti a come parlate dei vostri colleghi e del posto di lavoro!

certe cose è meglio saperle!
Sempre dal corriere della sera online.
Non leggo solo quello, ma come fonte ne basta una no per citare un articolo?



Sentenza della Cassazione: licenziabile che discredita Rischia il posto chi parla male dell'azienda La Suprema corte: «Rovinare l’immagine dell’impresa mina il rapporto di fiducia tra società e dipendente»

ROMA
Chi parla male dell'azienda in cui lavora, o dei colleghi, può essere licenziato.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che, con la sentenza numero 19232 del 14 settembre, ha accolto il ricorso di una struttura sanitaria che aveva licenziato una infermiera perché, tra l’altro, aveva «proferito espressioni offensive sulla capacità e sulla professionalità del personale, e in particolare nei confronti della caposala del reparto di sterilizzazione e nei confronti della caposala del day hospital».

LA VICENDA
Può dunque perdere il posto il lavoratore che discredita l’azienda parlando male dei servizi offerti e della professionalità dei colleghi.
L'infermiera licenziata (che aveva diffuso la voce della presenza di medicinali ed attrezzature e supporti medici scaduti) aveva in un primo tempo riavuto il posto: il Tribunale di Monza al quale la donna si era rivolta le aveva infatti dato ragione e aveva annullato il licenziamento (riconoscendole inoltre un congruo risarcimento del danno).
La Corte d’appello di Milano, poi, aveva ridotto la misura del danno ma confermato la reintegrazione nel posto di lavoro.
Così l’azienda sanitaria ha fatto ricorso in Cassazione, finendo per vincerlo.

NUOVO GIUDIZIO -
I giudici della sessione lavoro hanno accolto il ricorso rinviando la causa alla Corte territoriale di Brescia, invitando il nuovo collegio a riconsiderare il caso: va accertato se tutti i comportamenti e le maldicenze della donna hanno compromesso il rapporto di fiducia e discreditato all’esterno l’immagine della struttura.
Secondo i giudici di Piazza Cavour, «in tema di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo, allorquando siano contestati al dipendente diversi episodi, il giudice di merito non deve valutarli separatamente, bensì globalmente, al fine di verificare se la loro rilevanza complessiva sia tale da minare la fiducia che il datore di lavoro deve poter riporre nel dipendente».

17 settembre 2007


:Cactus03:
 
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rabb-it
view post Posted on 16/12/2007, 11:53




Ho preso il libro di Sutton, e devo dire una cosa, meglio il libro della presentazione.

Anche se alcune cose non mi vanno giù, ma sono miei punti di vista, magari prima o poi segnalo meglio cosa non mi è garbato troppo, e cosa invece mi è piaciuto.

Ah ovviamente anche altri sono liberi di commentare, non credo di essere stata l'unica ad averlo acquistato.

Vero?

Buona domenica
 
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5 replies since 28/8/2007, 17:52   373 views
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